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Non è una giornata qualunque quella di oggi. La giornata mondiale dell’acqua, ancor più all’indomani della manifestazione nazionale contro la privatizzazione di questa risorsa e nella consapevolezza dei tanti disagi vissuti dalla nostra cittadinanza in questi mesi, deve imporci riflessioni che vadano oltre le attività di routine, pur importanti, volte alla promozione della cultura del risparmio di un bene così prezioso. Centrale appare questa mattina l’indagine dell’osservatorio nazionale di Cittadinanzattiva, che ha fotografato una realtà complessiva della penisola che a sedici anni dalla legge Galli vede aumenti dei costi, carenze gestionali e abbassamento dei livelli di qualità. In Italia, le tariffe sono aumentate dal 2000 ad oggi del 47%. Il rapporto Beverfood ci colloca al primo posto in Europa per consumo di acqua in bottiglia e al terzo nel mondo dopo Emirati Arabi e Messico: gli italiani non si fidano dell’acqua che esce dal rubinetto e spesso hanno ragione perché ci sono molti casi di scarsa erogazione e parametri fuorilegge. In Sicilia la diffidenza dei cittadini sulla qualità dell’acqua a loro offerta è del 68,5%. Molte carenze sono attribuite dall’indagine di Cittadinanzattiva al rapporto con l’utenza e la nostra provincia non è da meno. Ancora oggi risulta sul sito del gestore una carta dei servizi “in fase di approvazione”, che l’Ato idrico, che dovrebbe svolgere un’attività di controllo, rimanda da mesi nonostante alcune ripetute sollecitazioni (l’ultima il 13 gennaio 2010). Anche il tema della potabilità dell’acqua è stato oggetto di critica da parte di alcuni comitati civici sorti spontaneamente sul territorio provinciale perché sembrerebbe che ci siano parametri non rispettati nel comune capoluogo: nessuna risposta da parte dell’Ato idrico nonostante alcune note circostanziate dopo gli interventi di questi comitati (l’ultima il 20 gennaio 2010). Non esiste alcun rapporto locale sulla qualità del servizio. Pochi investimenti ad oggi per adeguare la rete idrica. La giornata mondiale dell’acqua serva per riflettere sulle inefficienze degli ambiti ottimali sorti in seguito alla legge Galli. Gli Ato lavorino per migliorare la qualità dell’acqua che viene offerta ai cittadini e far conoscere all’utenza i propri diritti, svolgano quel prezioso ruolo di garanzia a loro affidato, vigilino sulle tariffe e sui costi che le determinano.
Michele Mangiafico
Presidente del Consiglio provinciale
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