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Sono esterrefatto dalle dichiarazioni dell’On. Marziano e del consigliere Spataro sull’università e delle dietrologie ipotizzate, del tutto inesistenti. E non tanto per la strumentalità delle argomentazioni cui sono tristemente abituato ma per l’oggettivo effetto boomerang che ne deriva nei loro confronti .
Infatti è strano che due esperti politici come loro non si rendano conto come sia autolesionista elaborare qualunque attacco alla mia amministrazione sulla vicenda universitaria le cui cause sono state determinate dalla loro azione di governo .
L’ex presidente della provincia e l’ex assessore della amministrazione che ha fatto maturare quasi 14 milioni di debito pregresso , e che ha nel 2007 determinò lo sforamento del patto di stabilità, che è la causa primaria delle difficoltà di onorare in tempi ravvicinati i mancati pagamenti, piuttosto che rinchiudersi in un imbarazzato silenzio, anche approfittando del fatto che nessuno fin’ora aveva sollevato tali contestazioni , tentano di strafare incorrendo nel classico autogol.
Non è comunque questo il momento delle polemiche. Sulla vicenda universitaria occorre che vi sia la massima coesione possibile di tutte le forze politiche e delle istituzioni siracusane senza distinguo né fughe in avanti da parte di nessuno.
L’obbiettivo della mia amministrazione rimane quello dell’ interlocuzione con l’ateneo catanese che però non può ignorare le oggettive necessità del territorio e degli enti che lo rappresentano, specie in una vicenda che vede coinvolto lo stesso ateneo nella responsabilità della maturazione del pregresso per i ritardi ingiustificati con cui sono state predisposte le rendicontazioni .
Se avessimo, infatti, voluto perseguire altre strade nel ricercare altri interlocutori lo avremmo già fatto senza bisogno di nascondere tali intendimenti che, ovviamente apparterrebbero non solo alla logica della opportunità e della convenienza, ma anche alla necessità oggettiva qualora fosse dimostrata la strumentalità delle obiezioni da parte dell’Università di Catania a trovare soluzioni condivise.
La questione del piano di rientro, infatti, deve essere chiaro a tutti, è un problema legato unicamente alla sostenibilità delle casse della provincia ad onorare le obbligazioni .
I calcoli che sono alla base della nostra proposta, che è enormemente migliorativa rispetto alla precedente, sono il tetto massimo entro cui possiamo esporci .
Per il futuro infatti dobbiamo scongiurare l’insorgere di ulteriori arretrati e, quindi, non si può appesantire il bilancio di oneri, per il pregresso debito, oltre il livello oggettivamente sopportabile.
Negare questa evidenza non serve a nessuno, né a chi in sede locale intende strumentalmente polemizzare con l’Amministrazione, né tantomeno alla Università perché l’ulteriore sforamento, anche di un solo anno, del patto di stabilità comporterebbe conseguenze devastanti sul piano finanziario ed il conseguente blocco delle successive rate da versare alla università .
Per tali motivi spero che la prossima settimana a Roma ci possa essere da parte dell’ateneo catanese un atteggiamento più responsabile , atteso che da parte nostra abbiamo la coscienza di avere fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per il ripristino dei corsi soppressi ma soprattutto per consentire l’avvio del confronto sulla nuova offerta formativa.
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