Data: 12/06/2009
Oggetto: Vicenda Università, ordine del giorno del consigliere Schiavo
  Il consigliere provinciale Liddo Schiavo presenterà questa sera, nel corso del Consiglio provinciale dedicato al bilancio consuntivo, un ordine del giorno sulla vicenda dei corsi Universitari. Di seguito l’ordine del giorno del consigliere Schiavo e una riflessione del presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico. “Da giorni – scrive Schiavo - la stampa regionale pubblica intere pagine dedicate alla grave situazione che si è venuta a creare nell’ambito universitario cittadino, riferendo di incontri e azioni che coinvolgono, in prima persona, il nostro Ente, il Comune cittadino, il Consorzio Universitario “Archimede” e l’ Ateneo di Catania. In questa circostanza, rifuggendo da ogni polemica, sento il dovere di riferire che già, dal mese di ottobre 2008, avevo avanzato, in più riunioni della 3’ Commissione Consiliare, competente per gli studi universitari, alcune preoccupazioni in merito a specifiche criticità individuate, che da li a poco si sarebbero venute a creare, cercando di sensibilizzare l’Amministrazione attiva su tali problematiche. Per una serie di circostanze, non tutte imputabili all’Amministrazione, i ripetuti richiami sono rimasti vani, le procedure che avrebbero dovuto anticipare le criticità prevedibili sono state procrastinate nel tempo, fin quando si è giunti all’irreparabile. Ho appreso, sempre dagli organi d’informazione, che l’Ateneo catanese, attraverso il Magnifico Rettore, ha comunicato, a mezzo fax, la sospensione dei Corsi di Laurea in Scienze dei Beni Culturali e in Tecnologie Applicate alla Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, motivandola con l’applicazione delle nuove riforme imposte dagli ultimi due Governi nazionali che, nel tempo, si sono succeduti. Motivazione piuttosto debole dato, che da accurate verifiche effettuate, posso affermare che le Facoltà in questione risultano rientrare nei parametri indicati dalle disposizioni governative, almeno per quanto riguarda i corsi di primo livello. Come tutti potete intuire le vere motivazioni, probabilmente sono da ricercare nei mancati introiti, da parte dell’Università, dei fondi indicati nelle specifiche convenzioni e specialmente nei canoni arretrati che questo Ente avrebbe dovuto corrispondere, che pare raggiungano cifre assai considerevoli, non disponibili in bilancio, delle quali ci risulta sia già stato predisposto un piano di rientro, rigettato dall’Ateneo di Catania. Le azioni, fin qui svolte, hanno in qualche modo aggirato questo Consiglio ai cui certamente spetta il compito di indirizzare l’Amministrazione attiva ed il vertice dell’Ente, nelle scelte e nelle programmazioni e soprattutto nella individuazione delle possibili criticità future. Dico ciò con la consapevolezza che incontri si sono avuti nelle Conferenze dei Capi Gruppo, allargate ad altre figure istituzionali e che è già stabilito che una riunione di Consiglio Provinciale si terrà a data da destinarsi. Lontano, ripeto, da ogni forma di polemica, alquanto sterile in questa occasione, armato dalla sola certezza di interpretare il ruolo al quale gli elettori mi hanno destinato; il disagio degli studenti e delle loro famiglie, già penalizzati da pesanti tasse d’iscrizione che non garantiscono nessun ritorno occupazionale; la mortificazione che il nostro territorio dovrebbe subire dalla sospensione degli studi universitari, dopo che sono stati messi in campo ingenti investimenti. Pur sapendo che questa Provincia, attraverso il suo Presidente, ha già intavolato discussioni con i vertici dell’Ateneo ed in ultimo ha ritenuto di resistere alle decisioni prese dal C. d. A. dell’Università di Catania, ma con l’amara certezza che lo stesso non tornerà sulle proprie decisioni, propongo a questo Consiglio, affinché ne prenda atto votandoli, i seguenti punti di indirizzo : 1) Programmare, nel più breve tempo possibile un Consiglio Provinciale in materia di Università, se già individuato, accelerarne i tempi di attuazione; 2) Difendere la possibilità che i corsi siano sospesi solo dopo che tutti gli studenti attualmente iscritti abbiano completato gli studi; 3) Attraverso sistemi di alta trasparenza, ricercare, sin d’adesso, possibili nuovi partner, sia pubblici che privati, con i quali programmare e pianificare un futuro per gli studi universitari nella Provincia di Siracusa, non solo attraverso la gemmazione ma applicando metodologie che conducano alla creazione di un polo decentrato; 4) Verificare la possibilità di creare sinergie con le Istituzioni universitarie già presenti sul territorio provinciale; 5) Programmare, con l’ausilio di enti similari e Istituzioni Accademiche, un serio studio di fattibilità sia sul piano logistico, che sul piano della didattica, al fine di creare professionalità collegate al reale possibile sviluppo territoriale; 6) Rivedere attraverso criteri di efficienza, efficacia ed economicità le linee costitutive del Consorzio “Archimede” attuale gestore degli studi universitari provinciali. “Come potete constatare – conclude Schiavo - ho tracciato punti di puro indirizzo gestionale, una sorta di percorso utile a orientare l’Amministrazione attiva su probabili percorsi da seguire per ridare dignità alla gestione degli studi universitari, ma anche a enunciare l’identità di questo Ente aldilà da ogni forma di appartenenza”. Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del Consiglio provinciale, Michele Mangiafico che, com’è noto, sin dal primo momento ha seguito con particolare interesse ma anche con crescente preoccupazione l’evolversi della querelle sorta con l’ateneo catanese e con il rettore Recca . “Questo ordine del giorno che questa sera il consigliere Schiavo presenterà in Consiglio – afferma il presidente Mangiafico - dimostra, ancora una volta, quanta sensibilità viene fuori dalle varie anime presenti in Consiglio provinciale. Una situazione, quella che si è venuta a determinare, che deve far farci remare tutti in un’unica direzione, con l’obiettivo di riuscire a dare, ai nostri ragazzi, una buona offerta formativa, che in futuro possa far cresce una efficiente classe dirigente”.
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