Data: 07/11/2007
Oggetto: DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE SUL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO
  Si trasmette la seguente dichiarazione dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Dr Gaetano Sgarlata In seguito alle ripetute prese di posizione, che vengono diffuse dagli organi di stampa in riferimento al Piano di Dimensionamento scolastico per gli Istituti superiori approvato dalla Giunta Provinciale e successivamente ratificato dal Consiglio Scolastico Provinciale, che ha al suo interno rappresentanti autorevoli del mondo della scuola, voglio precisare come assessore provinciale alla Pubblica Istruzione quanto segue. L’Assessorato e di seguito la Giunta Provinciale presieduta da Bruno Marziano ha approvato un Piano che rispetta in toto la legislazione vigente e le circolari assessoriali degli ultimi anni, non vengono infatti mossi da alcuno rilievi sulla legittimità delle scelte fatte. Sono stati convocati tutti i Dirigenti scolastici interessati al piano di Dimensionamento ed i Sindacati, compresa la CISL che però non si è presentata, prima di esitare l’atto deliberativo. Per arrivare alla scelta sono stati tenuti in considerazione alcuni parametri basilari che reputiamo centrali per creare le basi per una buona didattica: -la territorialità degli Istituti; -la dimensione degli Istituti. Con l’applicazione del principio della territorialità si restituiscono al territorio di Noto la sezione staccata dell’ITAS di Siracusa, al territorio di Rosolini la sezione staccata dell’IPC di Siracusa ed al territorio di Francofonte, con la nuova Presidenza, l’autonomia dagli Istituti di Lentini. Questo obiettivo a noi appare molto importante e difficilmente contestabile. Con l’applicazione invece del principio della dimensione degli Istituti si è voluto dare risposta ad un altro aspetto sacrosanto cioè che le scuole debbono essere frequentate da un numero di studenti che oscilla tra le 500 e le 900 unità, principio che permette di non avere nè Istituti troppo piccoli e quindi antieconomici, nè Istituti troppo grandi e quindi tendenzialmente ingovernabili. L’applicazione di questo secondo principio ha portato alla proposta di inserimento dei tre indirizzi scolastici dell’ITAS, che rimarrebbe con 360 studenti, in tre Istituti tecnici della città non disperdendo quindi le possibilità formative per i nostri giovani ed allo sdoppiamento del Liceo Polivalente Quintiliano, che si attesta oramai sopra i 1.400 alunni, anche qui senza perdita dell’offerta formativa per i nostri giovani. Per inciso questa proposta risolve anche un problema di edilizia scolastica perché con questa nuova ridistribuzione non ci sarà più l’irrisolvibile problema della sistemazione del Quintiliano che già quest’anno ha trovato una collocazione sufficiente solo grazie ad un ulteriore sacrificio dell’Istituto Insolera che lo accoglie. Se queste sono le ragioni dell’Amministrazione provinciale, ragioni che hanno trovato un consenso diffuso nelle consultazioni avute e nella successiva ratifica da parte del Consiglio Scolastico Provinciale, nondimeno è necessario ascoltare le ragioni di chi si sente defraudato di un bene e di una storia faticosamente conquistati. Nello specifico la Dirigenza, il corpo docente, i genitori ed i ragazzi dell’ITAS contestano la scelta poggiando le loro ragioni soprattutto sulla perdita dell’unicità dell’Istituto, sulla preoccupazione che gli indirizzi così divisi non vengano valorizzati adeguatamente dall’Istituto accogliente, sulla perdita del rapporto con il territorio nella fattispecie con Ortigia. Io le reputo preoccupazioni sacrosante, ma sono comunque solo preoccupazioni, ed ho avuto modo di dirlo pubblicamente in una assemblea presso i locali dell’ITAS, ma non riesco ad intravedere soluzioni alternative che possano salvare contemporaneamente i principi e le leggi su ricordate e le preoccupazioni della Scuola. Diverso mi pare invece il discorso per quanto riguarda il Quintiliano perché in questo caso cambia solo un modello organizzativo e di converso si risolvono tanti problemi sopra ricordati, ma anche un altro che voglio sottolineare, cioè il fatto che la complessità del funzionamento di questa complicata macchina è molto legata alle capacità manageriali del dirigente in carica che lascerà un compito improbo a chi succederà essendo già oggi l’Istituto sovradimensionato di 500 unità e domani anche di 600 o 700. Capisco che anche qui ci sono delle preoccupazioni che nasca un Quintiliano no bis ma di secondo livello, ma ciò mi pare che dipenda dal nuovo dirigente scolastico e dai docenti che dovrebbero raccogliere con coraggio e decisione la nuova sfida e non sia assolutamente un fatto scontato ed inevitabile. Per risolvere il problema del Quintiliano mi è pervenuta verbalmente una proposta alternativa, cioè quella di creare un Liceo polivalente come il Quintiliano in Provincia, proposta che mi pare inapplicabile, perché presupporrebbe che i circa 350 pendolari del Quintiliano scegliessero tutti il Polivalente collocato per esempio ad Augusta, dimenticando che qualsiasi ragazzo non di Augusta sceglierebbe sempre Siracusa e non Augusta per i suoi studi. Comunque è sempre possibile che la Regione alla fine decida di non toccare niente, d’altronde siamo in Sicilia dove le leggi spesso sono un optional e dove si fanno annunci di grandi cambiamenti per poi non cambiare nulla. Sono cosciente che ogni proposta ha i suoi pro ed i suoi contro, noi pensiamo di avere lavorato per dare un contributo complessivo volto al miglioramento della situazione scolastica siracusana, abbiamo una responsabilità che assolviamo sapendo di non potere fare contenti tutti e siamo ovviamente disponibili a continuare il dialogo fino alla decisione finale da parte dell’Assessorato regionale. Assessore Provinciale alla Pubblica Istruzione Dr. Gaetano Sgarlata
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