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Questa mattina, nel salone Costanza Bruno della Provincia regionale di Siracusa, si è svolta la prima giornata del convegno “Insieme per programmare il futuro”, organizzato dall’Ufficio Pari Opportunità della Provincia in collaborazione con Arcigay Siracusa.
Agata Ruscica, Portavoce del Presidente dell’ente di via Malta, ha introdotto l’argomento della Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni per il superamento delle discriminazione basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
“La Provincia di Siracusa – ha spiegato la Ruscica – è l’unico ente pubblico siciliano presente nella Rete, insieme al Comune di Messina. Quello di oggi è il quarto incontro nazionale della Rete e il primo organizzato in Sicilia e continuerà nella serata di oggi, presso l’Irish Pub, luogo simbolo della lotta al racket e quindi alle ingiustizie più in generale, e nella giornata di domani. Voglio ricordare in questa occasione la presenza in Sicilia di più di 13 mila iscritti all’Arcigay, fatto che costituisce un punto di luce in una Sicilia per certi versi ancora molto oscura”.
“In questo campo come in molti altri – ha esordito il presidente della Provincia Bruno Marziano – un esempio vale più di mille libri. Voglio ricordare la mia prima campagna elettorale per la presidenza della Provincia, in cui proponevo all’interno della mia giunta Agata Ruscica. Le reazioni, sicuramente strumentali, esprimevano una volgare operazione di identificazione dell’omosessuale con il pedofilo, tra cui invece c’è una distanza siderale. Oggi nessuno si sogna più di sfiorare questo argomento. E credo che l’obiettivo dovrebbe essere proprio questo, trasformare lo straordinario in ordinario”.
Altra considerazione che voglio fare – ha continuato ancora il capo dell’ente di via Malta - riguarda il linguaggio e il suo uso, che esprime un cambiamento nella concezione della vita. La definizione di piaga sociale oggi non viene più data all’omosessualità ma all’omofobia, segno di un cambiamento che non deve appartenere solo alla sensibilità di un singolo amministratore, ma diventi prassi amministrativa”.
Al convegno ha partecipato anche la sottosegretaria per i Diritti e le Pari Opportunità, Donatella Linguiti.
“Mai abbassare la guardia- ha ammonito la Linguiti – e la Rete, tramite il rapporto con la cittadinanza e il suo ruolo di “sveglia” a chi deve legiferare e governare, è fondamentale. Veltroni, nel suo discorso, citando i Dico ha dato un segnale positivo, ma non dobbiamo scordare che specchio dei tempi è anche l’insegnante che aveva punito uno studente che aveva chiamato un compagno “gay”. L’insegnante è stata scagionata, ma in altri tempi non sarebbe neanche stata processata, perché è sempre necessario dare delle indicazioni al comportamento dei ragazzi”.
“Dobbiamo combattere – ha continuato la sottosegretaria – sulla “frontiera della democrazia”, perché non c’è vera democrazia se non ci sono leggi e diritti che, almeno sulla carta, siano uguali per tutti. È importante anche ragionare sul linguaggio, nelle sue espressioni non rispettose delle differenze, per decostruire gli stereotipi omofobici e per avvantaggiare le differenze che tutti noi esprimiamo”.
“Ma il vero problema – si chiede la Linguiti – è forse che riconoscendo l’ “altro” si perde potere? Si mette in discussione quel tipo identitario maschile che è già consolidato”.
Andrea Ambrogetti dell’ Assessorato Pari Opportunità del Comune di Roma, Maria Virgilio Assessore del Comune di Bologna, Alessandro Zan consigliere comunale di Padova, Aurora Tesio assessore Provincia di Torino, hanno portato l’esperienza dei rispettivi enti locali.
Il convegno continuerà domani presso Palazzo Impellizzeri in via delle Maestranze con interventi di deputati e senatori. |