Data: 18/06/2007
Oggetto: MARZIANO SU RIAPERTURA CATTEDRALE DI NOTO
  Oggi a Roma conferenza stampa per la presentazione della riapertura, dopo il restauro, della Cattedrale di Noto. Alla conferenza stampa avrebbe dovuto partecipare anche il presidente della Provincia Bruno Marziano che però ha dovuto prendere impegni amministrativi urgenti. Sul tema , comunque, Marziano rilascia la seguente dichiarazione: “La riapertura o della Cattedrale è un evento fortemente emblematico che riguarda non solo Noto, ma tutta la Sicilia che conferma oggi la capacità di questa terra di sapersi riscattare e rialzare anche dopo gravi problemi. Penso che la vicenda della ricostruzione della Cattedrale di Noto sia un fatto altamente emblematico di come una intera città possa sentirsi ferita e possa avviare un processo di rinascita.. Un fatto straordinario che, si badi bene, non avvenne quando ci fu un sindaco battagliero che chiuse, in modo provocatorio, il centro storico. Non avvenne con il terremoto del 13 dicembre 1990, quando pure la perla del barocco fu offesa e ferita dalle crepe e dai crolli. Questo processo di rinascita è invece avvenuto col crollo della Cattedrale. Un fatto che, in un primo momento, fu ritenuto minore perché limitato al crollo della sola cupola. Poi però si capì la vastità del danno.” “I siracusani, intesi come i netini della provincia di Siracusa, hanno dimostrato come, anche nel profondo sud della Sicilia dai mille mali, si possa dare une esempio positivo di intervento pubblico. In un primo momento c’è stato l’intervento della magistratura, forse qualche ritardo nei tempi previsti, ma nulla a che vedere con quegli episodi che sono stati poi oggetto di scandalo, di interventi forti della magistratura”. “La ricostruzione della Cattedrale di Noto è andata di pari passo con un processo che ha portato, in una città che appena 30 anni fa inneggiava alla raffineria nei pressi di Vendicari, quando nel ‘71 si gridava meglio vivere nello smog che morire disoccupati con l’aria pulita, a riscoprire le ragioni della propria unicità e della propria grandezza. Penso di poter dire, da netino doc per motivi anagrafici, che va sparendo un vecchio vizio della città, cioè quello di guardare al proprio passato con l’atteggiamento di nostalgica grandezza e di nichilismo delle iniziative. Vedo, piuttosto, il fiorire di iniziative che hanno reso ancora più stridente il contrasto tra le attuali condizioni e la potenzialità della città. Sono convinto che la riapertura della Cattedrale oggi, così come la riapertura di una delle chiese più importante per tanti giovani della Diocesi, come quella del S.S. Salvatore, possano rappresentare una tappa importante di questo processo di accelerato e radicale cambiamento del modello di sviluppo, prospettiva di lavoro e occupazione nella propria città e non unicamente e direttamente nel proprio territorio inteso come area vasta”. “Se a questo processo, che ha riguardato le antiche pietre, reso possibile attraverso interventi oculati realizzati con i fondi del terremoto prima , e delle varie leggi in materia di tutela dei beni culturali dopo, farà seguito, come sembra ineludibile, un miglioramento radicale del sistema infrastrutturale, senza enfasi magari potremmo non parlare di nuovo Eldorado, ma sicuramente di una unica realtà, di unicum straordinario che mette assieme beni culturali, agroalimentare, mare, artigianato di pregio. Ancor più, dunque, è assolutamente inaccettabile che si possa andare avanti con la vicenda delle trivellazioni. E non parliamo del danno che può provocare la perforazione di un pozzo di gas, né il tema della rete di distribuzione del gas, accettabile in qualunque territorio. E’ il fatto che quel tipo di autorizzazione, che punta al petrolio, crea la possibilità di un brutale ritorno al passato che nessuno auspica e che i territori non vogliono”.
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